Domenico Chiesa (Cidi) - 18-09-2004
Nell’assenza totale di un piano di attuazione, con le risorse che subiscono una continua erosione, con gli insegnanti informati dalla pubblicità televisiva e dopo mesi in cui è emersa un’opposizione che ha coinvolto insegnanti e genitori in modo forte e diffuso, è partito il “vascello fantasma”.
Cosa succederà?
È fondamentale non cadere da un lato nella rassegnazione dando per acquisito che la nostra scuola sia ormai destinata ad una inversione di rotta controriformatrice ormai in fase di attuazione e dall’altro in forme di opposizione rinunciataria: la scuola non può fermarsi né tanto meno tornare indietro e la partita è ancora aperta.
La scuola ha bisogno che sia riattivato e ulteriormente sostenuto un processo profondo e condiviso di innovazione all’interno di una prospettiva alta che non può non basarsi sul mandato che le deriva dalla Costituzione.
Un processo innovativo che deve svilupparsi da un dibattito ampio nel Paese, che deve individuare i punti critici su cui intensificare il cambiamento, che deve poter disporre delle risorse necessarie verso cui orientarsi in modo condiviso, che deve vedere protagonisti attivi e responsabili i soggetti della scuola.
Nello sviluppo della logica cooperativa e dell’integrazione, nella condivisione delle responsabilità educative per accompagnare ogni ragazza e ogni ragazzo a costruirsi una piena e alta cittadinanza, è possibile rilanciare un processo virtuoso che mantenga e rilanci un sistema formativo democratico nel rispetto del mandato costituzionale.
Cosa succederà?
È fondamentale non cadere da un lato nella rassegnazione dando per acquisito che la nostra scuola sia ormai destinata ad una inversione di rotta controriformatrice ormai in fase di attuazione e dall’altro in forme di opposizione rinunciataria: la scuola non può fermarsi né tanto meno tornare indietro e la partita è ancora aperta.
La scuola ha bisogno che sia riattivato e ulteriormente sostenuto un processo profondo e condiviso di innovazione all’interno di una prospettiva alta che non può non basarsi sul mandato che le deriva dalla Costituzione.
Un processo innovativo che deve svilupparsi da un dibattito ampio nel Paese, che deve individuare i punti critici su cui intensificare il cambiamento, che deve poter disporre delle risorse necessarie verso cui orientarsi in modo condiviso, che deve vedere protagonisti attivi e responsabili i soggetti della scuola.
Nello sviluppo della logica cooperativa e dell’integrazione, nella condivisione delle responsabilità educative per accompagnare ogni ragazza e ogni ragazzo a costruirsi una piena e alta cittadinanza, è possibile rilanciare un processo virtuoso che mantenga e rilanci un sistema formativo democratico nel rispetto del mandato costituzionale.